Una soluzione sicura e affidabile ampiamente utilizzata dagli stabilimenti di produzione è l’utilizzo di impianti e sistemi ad aria compressa. Il rispetto delle norme relative all’aria respirabile o a uso medicale è un requisito essenziale per una distribuzione efficiente e di qualità.
La produzione di aria compressa in loco è abbastanza semplice, prodotta grazie all’utilizzo di un compressore situato nel vano tecnico.
È bene sottolineare che l’aria compressa, prima di essere trattata, contiene delle particelle di contaminanti che necessitano di essere rimosse.
Negli impianti e nei sistemi pneumatici questi elementi presenti al suo interno sono la causa di problematiche legate alla qualità della produzione.
Nel settore healthcare, l’aria compressa viene utilizzata per molte applicazioni, e quella respirabile diventa la destinazione più delicata.
Tanto per citare alcuni utilizzi: anestesia, ossigenoterapia domiciliare, ventilazione polmonare, terapia intensiva e nebulizzatori.
I contaminanti presenti nel compressore sono monossido di carbonio, anidride carbonica, impurità atmosferiche, vapori acquei, incrostazioni e acqua di condensa.
La percentuale di particelle di impurità per ogni metro cubo d’aria è davvero elevata, ma non riescono a essere trattenute dai filtri di aspirazione del compressore.
Nell’industria medica, pertanto, dove prevalgono ambienti sterili, l’aria di processo entra in contatto diretto con soggetti sensibili.
L’aria compressa viene prevalentemente utilizzata per il funzionamento e l’asciugatura delle macchine, e prima del suo utilizzo sottoposta a rigidi trattamenti.
Le norme internazionali in merito alla purezza dell’aria compressa vengono stabilite dalla ISO 8573-1:2010 dove vengono specificare le classi di conformità.
L’impianto di produzione di aria deve soddisfare i requisiti richiesti per far sì che l’intero processo sia valido per la distribuzione.
L’aria compressa usata per la respirazione deve essere conforme alla legislazione locale e tener presente dei massimi livelli di contaminazione ammissibile.
Questi riferimenti sono indicati nella EN 12021 e le raccomandazioni per la scelta, la cura e la manutenzione sono contenute nella EN 529.
È fondamentale verificare la conformità di tutti gli apparecchi di protezione delle vie respiratorie (APVR) a intervalli non superiori a un mese.
Questo comporta l’utilizzo di soli dispositivi approvati e un rigido controllo da parte dei datori di lavoro in ambito gestione salute e sicurezza.
Ma dove viene utilizzata l’aria respirabile? In quali applicazioni e settori industriali?
Tra le applicazioni finali rientrano pulizia di cisterne, verniciatura a spruzzo, rimozione dell’amianto, pallinatura, demolizione, realizzazione di gallerie e saldatura.
I settori coinvolti sono agricoltura, aviazione, chimico, costruzioni, produzione alimenti e bevande, produzione di ferro, acciaio e gas.
Altri spazi di applicazione riguardano il settore marittimo, navale, estrazione mineraria, nucleare, produzione di petrolio e gas e trattamento acqua.
L’erogazione di aria respirabile è presente soprattutto negli ospedali e finalizzata per la ventilazione meccanica e anestesia. Spesso anche per la somministrazione di farmaci mediante nebulizzatore o per l’asciugatura di dispositivi medici.
Anche gli strumenti chirurgici vengono azionati e asciugati con l’aria compressa, così come test di dispositivi medici e sterilizzatori.
I contaminanti devono necessariamente essere isolati grazie a depuratori che possano offrire un solido grado di depurazione.
L’utilizzo di pre e post filtri rendono i processi più sicuri, affiancati da regolatori di pressione per una maggiore facilità di applicazione.
Le imprese che lavorano nei settori Healthcare dovrebbero dotarsi di soluzioni complete ad uso medico, come sistemi per il vuoto, generatori di ossigeno e bombole di gas in camera meccanica.
Priver si affida a una vasta gamma di depuratori ed essiccatori per aria respirabile, che sfruttano le tecnologie più moderne per una distribuzione di alta qualità.
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